Il Jeans è un pezzo di abbigliamento intramontabile, indipendentemente dal sesso e età. Un must have in tutti gli armadi ideale quasi per tutte le occasioni, dal casual a quello più elegante. Abbinato ad una scarpa alta oppure ad una giacca elegante è subito elegante e super chic. Ora anche il jeans sta tornando alle sue origini, ovvero al tessuto di canapa. Infatti, moltissimi brand più o meno noti sono tornati alla ribalta con delle nuove collezioni di jeans, completamente fatti in denim in canapa.

Ma prima di raccontarvi del suo ritorno, è importante tornare alle radici di questo immancabile capo di abbigliamento e esplorare le origini della sua nascita: una storia di intrecci tra l’Italia, la Francia e gli Stati Uniti. Ad esempio, lo sapevi che il primo jeans creato nel 1954 da Levis era fatto in tessuto di canapa?

Le origini dei blue jeans: nomi e molto altro

Per raccontare la storia dei jeans, dobbiamo partire da due città Nîmes (Francia) e Genova (Italia) e tornare indietro di qualche secolo, ovvero al 1500. Lo stesso nome del capo d’abbigliamento, infatti, prende il nome da una di queste due località. Come è possibile notare, la parola 'blue jeans' è formata da due componenti: la prima ‘blue’, indica il colore iconico di questi pantaloni, mentre la seconda deriva dal francese. Infatti, secondo gli studiosi, il termine è una variante, che è stata mal pronunciata e col tempo cambiato in quello che tutti noi conosciamo, del termine Jeane o Jannes, che serviva a indicare la città di Genova. In seguito, la parola venne nuovamente modificata in Gênes e, con l’arrivo in America e la conseguente inglesizzazione del termine, divenne l’attuale ‘jeans’ [1].

L’altro nome con cui viene indicato il tessuto dei blue jeans, ovvero il denim, ha una storia molto simile a quella del jeans. Infatti, la parola deriva dal francese e starebbe per de Nimes, ovvero la città Nimes da cui proveniva la stoffa per produrre il capo d’abbigliamento. Ovviamente, col passare degli anni, anche la pronuncia di questo termine è cambiata, diventando quella attuale, ovvero il nostro amato denim. La città francese diventa famosa molto velocemente per la produzione di questo tessuto resistente, a tal punto da darne lo stesso nome.

Ma ora che sappiamo il luogo d’origine del must have più famoso al mondo, come e soprattutto perché sono nati i blue jeans?[2]

I primi jeans, chiamati all’epoca semplicemente pantaloni, nascono per esigenze molto diverse di come lo utilizziamo oggi. Infatti, i primi jeans sono stati creati per i lavoratori, con uno scopo diverso da quello per cui lo utilizziamo oggi. Qual era questo motivo? Quello di proteggere i lavoratori dalla canna di zucchero nei campi, dalle parti taglienti delle piante della canna da zucchero. Ed è per questo motivo che la canapa risulta il materiale più ideale per la loro creazione. Infatti, la canapa è un tessuto molto resistente: di conseguenza, le taglienti foglie della canna da zucchero non possono rovinare il tessuto e penetrare oltre il pantalone, ferendo la pelle dei lavoratori. Nel Cinquecento, questo tipo di tessuto era estremamente richiesto nei paesi più inclini all’agricoltura, e spesso le navi, viaggiando da Nimes verso la Repubblica di Genova.

La storia dei jeans, Levi’s e tessuto di canapa

La storia dei jeans divenne sempre più prolifica e di successo verso il 1853, con l’avvento di questo capo d’abbigliamento in America. In particolare, con la crescita della corsa all’oro nel Vecchio e Selvaggio West, crebbe anche la richiesta di un abbigliamento molto più resistente alle complicate condizioni di lavoro nelle miniere. Di conseguenza, venne fondato il brand ‘Levi Strauss and Co’ e cominciò la produzione in larga scala dei blue jeans, utilizzando per alcune parti anche il tessuto di canapa. Il jeans divenne presto, un elemento alla portata di tutti, dai cowboy, ai minatori, rappresentando la ‘divisa di lavoro’ per eccellenza per ogni mansione[3].

In seguito, anche lo scoppio della Guerra Mondiale ebbe un forte impatto sulla creazione e produzione dei jeans. A causa del difficile panorama geo-politico, vi è stata una sempre maggiore richiesta di vestiti che potessero essere durevoli, a poco prezzo e potessero sopportare condizioni di vita e di lavoro più ardue. Ed è per questo motivo che i jeans si spinsero sempre più avanti e fecero il loro ritorno in Europa, spostandosi da allora in ogni parte del mondo. Da quel momento in poi, i jeans divennero non solo uno dei prodotti più venduti e utilizzati nel campo dell’abbigliamento, ma anche un vero simbolo della cultura pop mondiale. Dagli inizi del Novecento in poi, assunsero diversi significati: dalla rappresentazione della classe lavorativa più impegnativa, della rappresentazione dei giovani, fino a diventare veri e propri marchi di ribellione.

Jeans in tessuto di canapa: la rivoluzione della cultura pop

Dalla loro nascita, i jeans non smisero mai di essere uno dei più influenti e versatili elementi nel campo della moda. E così come tutti gli altri capi di abbigliamento, anche i jeans non possono essere alienati dai grandi cambiamenti sociali e culturali della nostra era, fra cui vi è anche la ‘rivoluzione ecologica’ e la ricerca di uno stile di vita e di moda più ecologicamente ecosostenibile. Infatti, doversi rand sono alla forsennata ricerca di metodi con il quale produrre jeans, che non possano intaccare lo stato del nostro ambiente esterno o, farlo almeno nel modo più ecologico possibile. Il risultato di questi sforzi e ricerche continue ha ricondotto i brand a ripercorrere le orme del loro stesso passato, riportando in auge la produzione di jeans in tessuto di canapa.

Ad esempio, nella stessa terra in cui il denim nacque, ovvero l’Occitania, nella piccola città di Castres, possiamo trovare un bellissimo progetto che cerca di fare breccia nel mercato con una nuova del denim, in particolare con denim in tessuto di canapa. Nella piccola cittadina di Castres, si trova l'antica tessitura a conduzione familiare Tissages d'Autan, risalente agli anni '30, il cui motto contemporaneo è "I jeans torneranno a crescere nei campi". Questa azienda lavora da tempo con un progetto ‘VirgoCoop’, in modo da poter ottenere come obiettivo primario quello di far nascere e evolvere con maggiore orgoglio progetti ecologici e socialmente responsabili, in particolare dedicandosi alla promozione della produzione tessile locale e biologica, come la creazione e produzione di maggiore canapa francese. Grazie al loro aiuto e supporto, moltissimi coltivatori di canapa possono continuare a sviluppare i propri progetti e influenzare il mercato della canapa, fino a renderlo sempre più diffuso e garantire degli ottimi tessuti in canapa[4].

Credits, courtesy of https://www.ecolife.zone/ethical-fashion/

Anche i più grandi brand del passato, come Levi’s, stanno lentamente tornando verso il loro passato e reintroducendo il tessuto di canapa nelle loro collezioni. Infatti, recentemente, l’azienda americana ha rilasciato da poco una linea dal nome Levi’s Wellthreat x Outerknown, in cui sono presenti un paio di pantaloni e un giubbetto, in cui possiamo trovare un mix di canapa (31%) e cotone [5]. Ma questo è soltanto l'inizio, rispetto alla dichiarazione che lo stesso responsabile del brand ha rilasciato: il proposito di poter produrre jeans completamente in tessuto di canapa al 100%. Verranno condotti alcuni studi, coni quali si cercherà un metodo per rendere il materiale più morbido e malleabile, così da essere integrato al massimo all’interno della produzione di jeans. In questo modo, il colosso dei blue jeans, così come noi lo conosciamo, fa un passo verso il passato, in quanto l’azienda stessa, durante i propri albori, aveva più volte utilizzato delle materie prime fatte in parte di canapa tessile, per la produzione dei propri prodotti. Questo grande cambiamento è stato possibile grande a una serie di diversi fattori esterni di tipo sociale e politico: ad esempio, nel 2018 il governo americano ha approvato un documento importante, il Farm Bill, con cui è stata resa legale, anzi promulgata questa coltivazione della canapa [6].

Piccole realtà con grandissimo potenziale

Nonostante il grande impegno da parte del colosso della moda americano, bisogna precisare che ci sono alcune piccole aziende che sono già riuscite a tradurre questo piccolo sogno in realtà. L’elemento più emozionante di questa storia si trova in Italia, un tempo il secondo produttore della canapa tessile al mondo. Recentemente, nel territorio veneto, due giovani ragazzi Matteo e Francesco hanno creato un nuovo brand, fresco e innovativo, di nome Gimmi jeans: il loro obiettivo è quello di creare un nuovo tipo di jeans, sempre alla moda e confortevole, ma anche ecosostenibile, composto al 100% da denim in canapa. Matteo e Francesco hanno cominciato a lavorare a questo progetto durante il periodo della pandemia e, seguendo i grandi consigli delle proprie nonne, hanno lavorato alla loro personale coltivazione di canapa, così da poter avere sotto controllo l’intero processo di produzione, manifattura e creazione del loro prodotto, auspicando di produrre un tessuto al 100% in canapa.

Al giorno d’oggi, sono tantissimi i brand, dai più piccoli e artigianali fino alle grandi catene di moda, che stanno compiendo questo grandissimo passo avanti e si impegnano sempre più a portare sul mercato dei capi di abbigliamento più ecosostenibili, fra cui i nostri amati jeans in denim di canapa.

 

Approfondimenti e referenze: 

[1] https://www.etymonline.com/word/jean

[2] https://www.cannabisbusinesstimes.com/article/hemp-denim-jeans-are-making-a-comeback-in-france/

[3] https://www.canapando.net/levis-i-brand-dei-jeans-si-converte-alla-canapa/

[4] https://www.cannabisbusinesstimes.com/article/hemp-denim-jeans-are-making-a-comeback-in-france/

[5] https://www.levi.com/US/en_US/blog/article/levis-wellthread-x-outerknown-present-cottonized-hemp

[6] https://www.canapando.net/levis-i-brand-dei-jeans-si-converte-alla-canapa/

[7] https://www.ilsole24ore.com/art/gimmi-jeans-start-up-che-vuole-ridare-vita-sostenibile-tessuto-canapa-AEZEqJBB

Foto: 

[F1]: Darrell Cassell on Unsplash

[F2] Tomas Martinez on Unsplash

[F3] Jonas Kakaroto on Unsplash

[F4] Maude Frédérique Lavoie on Unsplash, https://www.ecolife.zone/ethical-fashion/

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